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La Stampa: Peter Cincotti, quando il jazz è energico quasi violento

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Peter Cincotti, quando il jazz
è energico quasi violento


LUCA DONDONI

MILANO
Lo si potrebbe identificare come il nuovo Billy Joel, eppure Peter Cincotti, 24 anni newyorchese con evidenti radici italiane, ha un qualcosa che lo differenzia da uno dei più importanti pop-rocker americani. Sintetizzando: meno rock, più jazz, meno melodia, più energia. In questi giorni esce in Europa il nuovo East of Angel Town, dedicato a Los Angeles, un cd che vede la luce da noi con qualche mese di anticipo rispetto all’America dove le sonorità di Peter, pianista estremamente vitale, raccontano un mondo dove le melodie si intrecciano alle storie personali.

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L’altro ieri Cincotti si è esibito in uno show case per addetti ai lavori al Blue Note di Milano affiancato da quattro musicisti giovani e in gamba come lui. Dieci brani in scaletta e un pubblico che ha lungamemte applaudito la performance. Energico, quasi violento nel pigiare sui tasti del Wurlitzer. «Quando suono - racconta - metto tutto me stesso. Il pianoforte diventa un mio prolungamento, mi trasforma nello strumento che esprime ciò che ho dentro». Ce ne siamo accorti. Le canzoni di East of Angel Town sono il frutto della collaborazione con il produttore David Foster (vincitore di 14 Grammys), Humberto Gatica e Jochem Van Der Saag. «Essere vicino a nomi così altisonanti per un ragazzo di soli 24 anni è stata una benedizione di Dio - continua Cincotti -. Non credevo ai miei occhi quando li ho visti entrare in studio. Questo disco confronta vecchio e nuovo cercando di regalare un ventaglio di emozioni».

Peter fin da piccolo ha voluto ed è riuscito a regalare emozioni. A 19 anni, con il suo primo album è comparso sulle scene con un insieme di standard jazz. Quell’incisione uscita solo negli Stati Uniti gli permise di arrivare in testa alla classifica dei dischi più venduti della mitica Jazz Chart di Billboard Magazine tanto che il critico del New York Times scrisse: «Cincotti è uno dei più promettenti cantanti e pianisti della prossima generazione». Fra i pezzi più belli del cd, oltre allo stupendo singolo apripista già adottato dalle radio Goodbye Philadelphia, ci sono Be Careful, U B U e la dolce Cinderella Beautiful. Il brano December Boys è anche colonna sonora del film omonimo in uscita in questi giorni negli Usa del quale l’artista è molto orgoglioso. Simpatico e mai sopra le righe, Cincotti ha radici italiane (il padre del padre era di Piacenza), ma «ormai sono un italoamericano di terza generazione. I miei parenti sono tutti negli States eppure quando vengo qui in Italia sento una magica sintonia. Il sangue non mente».

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http://petercincotti.it

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